Tuesday, November 10, 2015

Sessant'anni in America

L’otto di dicembre marca il 60.mo anniversario della mia emigrazione. Come passano gli anni!  L'otto di dicembre vengo a Roma per celebrare questo anniversario.

Mi scuso se il mio italiano non e’ come era una volta. 

Sessant’anni sono tanti. Mi sono dimenticato tante parole, tante regole, e tanti dettagli. Ora ho accanto il dizionario Inglese-Italiano; quando sono arrivato in America usavo il dizionario Italiano-Inglese.

Partenza per l’America

Ricordo vivamente l’otto di dicembre 1955 quando io, mio padre e mio fratello Carmelo siamo partiti da Palermo sulla nave Homeric per l’America. Siamo arrivati a New York il 22 dicembre.

A salutarci c’erano mia mamma, zii e cugini. A quel tempo, quando si partiva per le Americhe (Nord o Sud) si diceva addio per sempre. Nessuno ritornava. Era un addio doloroso. Non posso descrivere tutte le emozioni o tutti i pensieri. Sono ritornato per la prima volta 15 anni dopo, proprio l’otto dicembre 1970. Mi sono fermato solamente tre giorni, ma sono stati tre giorni di felicita’. Ho riabbracciato i miei genitori, mio fratello Angelo, zii e cugini. Mia nonna Arcangela era morta nel 1960 a 70 anni.

Nel 1955 avevo appena 18 anni e studiavo al Liceo Mandralisca in Cefalu’. Ero al secondo liceo e non avevo desiderio di emigrare. E’ stato mio padre a dirmi di andare con lui e mio fratello Carmelo in America per un anno o due, e poi ritornare in Italia. Carmelo sarebbe stato l’unico a rimanere. Tre mesi in America e papa’ ha deciso di far venire la mamma, mio fratello Angelo e la nonna Arcangela. A quel punto ho perso il desiderio di ritornare e mi sono arruolato nelle forze armate americane. Mio padre no accetto’ facilmente questa mia scelta. Lui non si e’ adattato alla vita americana. Settembre 1958 papa, mamma e nonna Arcangela ritornarono in Italia. Avevano gia’ mandato  mio fratello Angelo (aveva 13 anni) nel 1957 per continuare i suoi studi in Italia.

Per la prima volta ho scoperto il lavoro. Non parlavo inglese, non avevo mestiere. Comunque ho trovato lavoro inizialmente come lava-piatti in un ristorante, e dopo come impiegato in una fabbrica. Ho scoperto il mondo del lavoro. Qualsiasi lavoro e’ nobile! Da’ orgoglio e soddisfazione alla gente. Mi ha permesso di conservare dei soldi con cui incominciai la mia carriera universitaria.

All’Universita’, La Prima Laurea

La settimana prima che i miei genitori e la nonna sono ritornati in l’Italia, mia mamma, mio zio Angelo, sua moglie la zia Virginia e mio cugino Anthony mi acompagnarono all’Universita’ del Connecticut, in un paesetto dal nome Storrs, vicino a Willimantic, dove c’erano alcuni emigrati tusani.

All’Universita’ del Connecticut ho incontrato una bella ragazza dal nome Cassandra. Veniva da Palo Alto nella California. Ci siamo innamorati ed a fine anno scolastico ci siamo sposati. Io avevo 21 anni e mezzo e Cassandra 19 (meno due giorni). Insieme siamo venuti in California.

Ci siamo sposati a New York in una chiesa Presbiteriana. Venti dollari per il prete e 5 dollari per sua moglie per suonare l’organo. Eravamo in cinque, noi due e tre amiche di Cassandra come testimoni. Da parte mia nemmeno un gatto. New York era l’unico stato nel Nord Est dell’America che permetteva minorenni (sotto 21 anni) di sposarsi senza il consenso dei genitori. I genitori di Cassandra non erano favorevoli al nostro matrimonio, volevano che aspettassimo. Poi siamo diventati genitori anche noi con l’arrivo della nostra figlia Thalia.

Ci siamo arruolati all’Universita’ Statale (California) di San Jose, e nel 1963 ci siamo laureati, io a febbraio in Economia e Commercio e Cassandra a giugno in Psicologia. Mio zio Angelo, sua moglie la zia Virginia, e mio cugino Anthony sono venuti per la ceremonia.  Ho trovato lavoro immediatamente in una fabbrica di prodotti per missili spaziali al principio, e dopo in una delle tante piccole ditte high tech.  Abbiamo pure comprato (con mutuo) la nostra prima casa nel 1963. Cosi ho incominciato la mia carriera professionale.

La Mia Carriera, La Seconda Laurea

Nel 1966 all’eta’ di 28 anni sono stato promosso a manager del personale in una societa’ high tech. Nel 1970 la Control Data mi ha promosso e trasferito a Minneapolis, Minnesota. Li mi hanno promosso quattro volte, l’ultima nel 1973, a direttore dello sviluppo organizazionale. Il clima nel Minnesota non ci e’ piaciuto tanto. Freddo, tanto freddo. Certe volte 25-50 gradi sotto zero.

Ho deciso di lasciare il posto e di ritornare in California, dove ho fondato uno studio di consulenza sul campo dello sviluppo delle risorse umane, e contemporaneamente ho incominciato il dottorato alla Union University, da dove ho ricevuto  la laurea di Ph.D. in Comportamento Organizazionale nel 1977. Avevo 40 anni!

Dal 1974 ho avuto molto successo in America, Messico, Venezuela e Brasile. Nel 1981 ho venduto lo studio ad una grande societa’ di consulenza newyorkese, la quale mi ha promosso a vice presidente. Dopo due anni ho dovuto lasciare questo posto perche’ volevano trasferirmi a New York.

Con sei amici ho fondato la seconda societa’ di consulenza sul campo delle risorse umane.  Come presidente e amministratore delegato ho guidato questa societa’ fino a 2007. Ho avuto il privileggio di aprire succursali in India, Spagna, Sud Africa, Singapore, Indonesia, Hong Kong, Australia, Italia e Argentina.  L’unica a fallire e’ stata quella italiana. Nel 2002 ho fondato una altra societa’ di consulenza in Dubai con un giovane collega egiziano che lavorava nella nostra societa’ in America. Cosi ho incominciato a viaggiare al Medio Oriente ogni 4 settimane.

La Terza Laurea - In Pensione

Nel 2007 ho accettato il posto di capo delle risorse umane del gruppo Zain, una telecom, nostro cliente, con operazioni in 24 paesi, principalmente Africa e Medio Oriente con 18000 impiegati. Mi sono trasferito prima nel Kuwait e dopo nel Bahrain. Quell’anno mi sono anche arruolato in un Master presentato dalla Oxford University assieme  alla prestigiosa grande ecole francese HEC Paris. Studiavo durante il weekend. Ho ricevuto il Master nel 2009, un mese prima di pensionarmi. Avevo 71 anni!

Nel 2009 ho deciso di lasciare il posto e andare in pensione. Avevo lavorato per 52 anni. Ero stanco di viaggiare e abitare lontano dalla mia famiglia. Mia moglie e mia figlia erano rimaste in California. Li vedevo due volte l’anno, per Natale e a giugno.

Durante la mia lunga carriera sono stato in 79 paesi. Ho girato il mondo, tutti i continenti tranne l'Antartica. Ora mi posso vantare di avere amici in 49 paesi. 

Nun c’e’ nuddu ‘dda (Antartica), sulu pinguini e iddi sunnu gia’ esperti di pisci.

Nel 1956 quando sono arrivato guadagnavo un dollaro all’ora. Il primo anno con straordinari ho guadagnato 2500 dollari, tanti per l’Italia d’allora (gli operai guadagnavano 250-500 dollari l'anno), pochi in America. Quando mi sono pensionato guadagnavo più di 2500 dollari in due ore. Ho incominciato dal niente e finito come uno degli 1% americani dal punto di vista academico, economico e sociale.

Un faticoso viaggio, ma che mi ha dato tanta soddisfazione. Non dico questo per vantarmi. Lo scrivo per dire che tutto e’ possibile se uno ha la capacita, l’opportunita’ e la passione durante il suo cammino (C+O+P). Gli americani chiamano questo punto dove si incontrano queste sillabe: il sweet spot (il posto dolce).

Nel 2015 ho publicato il mio primo romanzo sotto il nome di Antonio G. Sacchetta. Ho gia’ finito il secondo romanzo e spero che sara’ pubblicato a fine anno. Scrivo ogni tanto articoli e rassegne su due blogs:


Ora passo il tempo come consigliere per tre societa’: una in Spagna e due in America. Sono anche professore aggiunto (lecturer) all’Universita’ di Antwerp (Belgio) dove insegno nel programma esecutivo di Ph.D. in management.

Non ho nessun rimpianto. Se ho sbagliato, l’ho fatto io. Se ho fatto bene, l’ho fatto io. Non ho ricevuto raccomandazioni. Aiuti? Si, dai miei suoceri che mi hanno accettato come un loro figlio e da mia moglie Cassandra che mi ha ha amato fedelmente da piu’ di 56 anni. Ringrazio anche i miei genitori per i loro sacrifici ed il loro affetto.

Ringrazio Dio e l’America! Un Dio pieno di misericordia, una nazione tanto generosa.

Consigli?

Quattro.

Studiare per tutta la vita. Le cose cambiano ed e’ importante mantenersi aggiornati, se vogliamo successo nel nostro lavoro. In un mondo dove tanti hanno la laurea, non basta averne una. Consiglio almeno due e preferibilmente tre. In tutto il mondo meno del 1% hanno la laurea del dottorato (Ph.D.). Piu’ lauree, piu’ vantaggio sugli altri.

Non accontentarsi di poco. Avere sogni piu’ grandi, no solamente cercare un posto. Al cimitero ci sono tanti posti e sono tutti fissi (posti indeterminati, perpetui). Quando uno smette di sognare, si invecchia! Ci sono tanti coetanei in Sicilia che si invecchiano a mezza eta’.  Non mi piace che persone intelligenti si accontentano di fare lo stesso lavoro per tutta la loro vita lavorativa. Sarebbe troppo seccante per me. Accetto che alcuni non hanno altre possibilità'. 

Invece di lamentarsi, agire positivamente. Certe persone accusano gli altri per il loro insuccesso.  Il nostro futuro e’ nelle nostre mani, non nelle mani del governo, dei politici, o del mal di fare degli altri. Vedo grandi esempi di questo proprio a Castel di Tusa, persone brave che agiscono, che fanno, che costruiscono. Li ammiro!!! So che non e’ facile! 

Non accumulare rimpianti. Aver fiducia in se stesso e’ una dote, non e’ un difetto. Rimpianti distruggono la gioia quando ci invecchiamo. E’ meglio rischiare che negare il nostro sogno. Il futuro e’ oggi, non domani. 'Cu sapi se simu vivi dumani.

Il Futuro Come Lo Vedo Io

Il mondo continuera’ a cambiare. Il 35% dell’economia mondiale e’ globalizzata. Nel futuro questa percentuale crescera’. Ci sono piu’ di 5 miliardi di persone povere nel mondo. Certi prodotti e servizi, per cui non c’e’ bisogno di studi di specializazione o universitari, saranno fatti da queste persone.  L’Italia non sara’ capace di competere con il terzo mondo sul costo del lavoro.

In India ci sono 100 milioni di laureati. Nella Cina ogni anno ci sono 30 milioni di persone all’universita’. Sono persone serie, che studiano e faticano per andare avanti. Sono ambiziosi. Il futuro economico e’ piu’ roseo nell’Asia che in Europa. L’America continuerà' la sua leadership economica grazie alla sua enorme capacita’ di cambiare e di specializzarsi. Ed anche perche’ e’ ricca di tante risorse.

In Italia, l’ossessione con il posto fisso sara’ un’illusione. Lo e’ gia’! Non esiste, anche se tanti ci credono. Ditte, private e pubbliche, licenzieranno quando non hanno più' bisogno; la pubblica amministrazione aggiornera’ le regole. Assenteisti e fannulloni saranno licenziati. I sindacati, se non cambiano, spariranno poco a poco come e’ quasi successo gia’ in America, Gran Bretagna, Canada, ecc. Perche’? Sono diventati conservatori, invece di progressisti come lo erano una volta. I disoccupati saranno principalmente coloro che non hanno lauree specializzate.

Sara’ il mercato internazionale a dettare le regole, non i politici.

Gli italiani sono bravi; sanno adattarsi. Sono stati proprio loro ad inventare il capitalismo a Firenze tra il 1400 e il 1500. Proprio li, a quel tempo, un monaco ha inventato le regole in uso ancora oggi sulla contabilita’. Il capitale non ha passaporto, non conosce frontiere, va dove puo’ guadagnare di piu'. Nessuna legge nazionale puo’ fermare questi flussi. Ci sara’ un movimento sul Made in Italy, una nicchia dove nessun altra nazione potra’ entrare o mantenere un vantaggio. Questo potrebbe essere il sweet spot (COP) per l’Italia.

Un Consiglio Finale

Evitare tutte le idiologie che hanno nel loro nome –smo: fascismo, socialismo, comunismo, capitalismo, liberalismo, consumismo, fanaticismo, ecc. Questi -smi da un lato sono come le sirene, incantano, ma dall’altro hanno tanti difetti.  

In un mondo perfetto, l’utopia sarebbe tutte le virtu’ di questi –smi e nessuno dei suoi difetti.

La gente crede che l’America e’ ricca grazie al capitalismo. Non e’ vero! L’America e’ ricca perche’ offre piu’ liberta’ di fare che altrove. E’ ricca grazie alla self-sufficiency (hanno tutto quello che gli bisogna). E’ ricca perche’ rispetta i desideri ed i diritti dell’individuo. Tanti americani non amano il welfare, ma sono i piu’ generosi nel mondo.

Avere una strategia per la vita. Non basta aspettare per il posto. Non mi piace mettere il mio futuro nelle mani degli altri. Sognate, sognate, sognate. Non accontentatevi di poco (un posticeddu), cercate di arrivare al piu’ alto che le vostre capacita’ e passione vi permettono. Avere un piano e' avere un vantaggio sugli altri che non l'hanno.

Andati via se non c’e’ spazio dove siete. Mi meraviglio quando un giovane non si muove perche’ il costo della vita e’ piu’ alto altrove o perché il tetto dei genitori non costa niente. L’esperienza si guadagna con sacrifici.  Questa esperienza vi permettera’ di guadagnare molto di piu’ dopo.

In America si dice che noi abbiamo solo una vita, e se la viviamo bene una  bastera’.






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